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Pogno: Chiesa parrocchiale
 

Sede:
 Via Gozzano - Centro Paese
 
Apertura:
 Orari SS. Messa
 
Tariffe:
 Gratuito
 
Informazioni:
 Parrocchia di Pogno - Tel. 0322.97144
 
 

La Chiesa parrocchiale

Questa Chiesa venne eretta in parrocchia alli 3 dicembre 1328 come risulta da una pergamena, conservata nell`archivio della Chiesa Collegiata di Cozzano, che comincia In nomine Domini... e termina ... parum corosa, ed è di collazione della Curia Vescovile di Novara.
Il Santo titolare è San Pietro Apostolo.
La dedicazione veniva celebrata, con l`intervento dei Canonici di Gozzano, il 29 ottobre di ogni anno.
La chiesa sorge in un luogo elevato, poco distante dal primitivo agglomerato urbano di Pogno.
E raggiungibile, da settentrione, per l`antica via alla Chiesa e, da occidente, per la Strada della Cremosina.
Da questa parte, è preceduta da un recinto, che fino al 1953 era caratterizzato da un secolare viale di platani, che dal portale, accanto a cui spiccano le statue di San Pietro e di San Paolo, portava alla scalinata di accesso alla porta maggiore.
Corona la scenografìa, al di là della strada, una cappella con Madonna con Bambino, tra angeli, che sovrasta San Giulio e San Carlo Borromeo.
Circa duecento anni fa, la scalinata di granito era suddivisa in due parti, larghe 4 braccia, con due rampe di 17 scalini per parte.
Al centro c`era un parapetto di ferro abilmente lavorato recante li geroglifici del triregno e chiavi di San Pietro titolare.
La facciata a capanna della chiesa, è preceduta dal protiro con tre arcate sostenute da otto colonne binate di granito.
La porta maggiore, reca sull`architrave in granito la data del 1611.
Sulla destra, un cartiglio ricorda la Bolla Papale che comincia Exponi nobis di Clemente XII del 16 gennaio 1731 e che concede un privilegio di indulgenza per la Via Crucis.

Sulla sinistra una lapide in pietra nera:


AMPLIATIONEM HUIUS EC.SIAE
S.PETRI AP.LI PETRUS OT-
TINUS MAXIME PROMOVIT
SIBI, SUISQ TRIUM MISSARUM
ANNUO SUFFRAGIO RESER-
VATO M.DCC.II

ricorda l`ampliamento della chiesa finanziato da Pietro Ottini nel 1702.

 Sulle pareti della casa parrocchiale che cingono a destra il protiro, il concittadino sacerdote dottor Giovanni Angelo De Gregori, nei primi anni del 1800, fece raffigurare la Crocefissione e la Deposizione; in alto a sinistra di quest`ultima si può scorgere lo stemma di famiglia del committente.
Nel timpano, nel 1953, il pittore Francesco Mazzucchi ha dipinto la chiamata di San Pietro: il Santo inginocchiato davanti al Cristo e sullo sfondo una barca di pescatori.
A filo con la facciata, a sinistra del portale, c`è il campanile, interamente costruito in pietra grigia.
Nel sagrato intorno alla chiesa, una colonna di granito sormontata da una croce in ferro, sta a testimoniare la sacralità del luogo, un tempo adibito a campo di inumazione. Dopo il funerale, le salme venivano sepolte senza cassa ed avvolte nel sudario. Quando si esumavano, le ossa venivano riposte nell`ossario comune che ancora si può scorgere nella parte absidale della chiesa, sotto lo scurolo di San Prospero. Solo i sacerdoti e qualche notabile avevano il privilegio di avere un sepolcro all`interno della chiesa, di solito per i primi nella navata centrale, per gli altri sotto il pavimento delle navate laterali.
Quando, anche a Pogno, si diede attuazione alle norme fissate dal decreto napoleonico che vietava le inumazioni nell`interno delle chiese e ordinava la realizzazione di appositi cimiteri, il sacerdote pognese dott. Giovanni Angelo De Gregori fece erigere nel 1814 la cappella dedicata alla sepoltura dei preti, ornandola con singolari affreschi: sulla parete di centro:  gloria della Croce con Cristo, Padre Eterno, angeli, anime del Purgatorio e l`effige del committente; sulla parete destra: Davide uccide Golia, sulla sinistra: Suicidio di Saul; nelle lunette e nei pennacchi: Resurrezione dei morti, nella volta: Angelo che suona la tromba del Giudizio.
Il nuovo cimitero di Pogno fu benedetto il 19 febbraio 1810.
Il sagrato, da cui si gode una stupenda vista, ha tre lati, i laterali e quello absidale, impreziositi dalle edicole delle stazioni della Via Crucis.
Oggi, malgrado sporadici ed incompleti restauri essenzialmente tesi a salvaguardarne la staticità, non rivelano che pochi brani degli affreschi originari. La chiesa attuale costituisce l`ampliamento e la ristrutturazione di altre precedenti.
Un intervento risale agli inizi del XVII secolo, quando la chiesa era strutturata su tre navate con sei colonne, aveva sei finestre con sopra le raminate et vetrate, la facciata era preceduta da una portigaglia con quattro colonne di serbo, la sagrestia era voltata dal lato diritto nell`entrare in Chiesa e c`era un`altra stanza voltata dalla parte sinistra.
Le coperture di tutte le costruzioni erano a piode.
Molto probabilmente il fervore religioso dell`epoca, quella di S.Carlo Borromeo, del vescovo Bascapè e del rinnovamento spirituale del Concilio di Trento e della Controriforma, spinse i nostri antichi concittadini a realizzare un`opera che fosse concreta testimonianza del loro impegno di credenti.
Pogno, la cui esistenza è documentata prima del IX secolo, fu eretto in Parrocchia il 3 dicembre 1328.
 Ciò prova che almeno a decorrere dal XIV secolo, Pogno ebbe la sua chiesa, intesa anche come costruzione riservata al culto.
Se consideriamo che, storicamente, l`abitato di Pogno si è costituito alle propaggini meridionali dell`altura del castello, limitato a sud dal tracciato della strada della Cremosina, a est dal dirupo verso Berzonno e a ovest dal rio dei Lagoni, e che questa struttura urbana è stata mantenuta, quasi inalterata, per secoli, possiamo presumere che l`attuale chiesa parrocchiale sorga nel luogo prescelto per la primitiva costruzione.
A maggior suffragio di questa suggestiva ipotesi valgano alcune considerazioni sul luogo dove è stata eretta: non pregiudica porzioni importanti di prezioso terreno produttivo, è in posizione dominante, è in collegamento visivo con Berzonno e con altri punti di riferimento della Riviera, è a valle dell`abitato.
Particolare, quest`ultimo, non trascurabile, in quanto intorno alla chiesa venivano inumati i cadaveri e quindi tale ubicazione escludeva possibili inquinamenti idrici.
Altre modifiche furono apportate in tempi successivi.

Una lapide in pietra nera sulla parete esterna:


PETRUS PAULUS
NIGER PRIMUM
LAPIDEM IECIT
DIE XI IULII
MDCLXXIII

ricorda che Pietro Paolo Neri l`il luglio 1673 pose la prima pietra, per la costruzione di una Cappella dalla parte di settentrione. Fu benedetta nel 1680.
 L`ampliamento del 1702, finanziato dall`Ottini, consentì di aggiungere altre due colonne alle navate, inoltre, fu realizzato il protiro nelle forme attuali e la balaustrata di marmo del presbiterio. Fu necessario abbassare il pavimento per innalzare di tre gradini l`altare e il presbiterio.
Nel 1751 fu rifatto il campanile.
Nel 1761 fu posto un altare nella Cappella di San Giuseppe, fu allungato il coro e realizzata la nuova Cappella di San Prospero, innalzata dietro l`altare maggiore.
Nel 1818 fu realizzata la nuova sagrestia e ampliata la Cappella di San Giuseppe.
La porta maggiore, rivolta a occidente, immette in un piccolo atrio seguito dalla bussola di noce lavorata a specchi da cui si accede all`interno strutturato sull`ordine antico con tre navate le cui volte si appoggiano su otto colonne di granito. Quella centrale è più alta delle laterali.
Sopra la bussola d`ingresso, nel 1704, è stato sistemato un organo a canne. Un secolo dopo, nel 1804, dovette essere rifatto. Nel 1875 era di nuovo in pessime condizioni, ma si dovette attendere il 1913 per poter procedere all`acquisto dell`attuale, dotato di ben 806 canne, dalla ditta Fratelli Aletti di Monza. Negli anni `80 è stato restaurato e ora può essere azionato a distanza dalla tastiera situata nel presbiterio.
Ai lati della porta maggiore, due finestre ogivali hanno vetrate policrome con raffigurati i Santi Pietro e Paolo.
 All`inizio della navata sinistra c`è il battistero, delimitato da una balaustra in serpentino di Nonio, rinnovata nel 1954. Contiene uno stupendo fonte battesimale in pietra finemente lavorato che reca la data del 1583. La separazione del fonte battesimale dall`insigne Collegiata di San Giuliano avvenne il 16 febbraio 1552. Una tela raffigurante il battesimo di Gesù nel Giordano, che era alla parete, forse già presente nel 1677, è stata asportata da mano sacrilega una decina di anni fa.
Lungo la stessa navata, priva di finestre, dopo il confessionale in noce, si aprono la porta del campanile, la porticina del ripostiglio e la porta minore che guarda a settentrione. Tra le ultime due, è stata ricavata, nel 1938, una nicchia contornata in marmo rosso con la statua lignea di Santa Rita da Cascia.
La navata destra, oltre al confessionale in noce e finemente intagliato e alla porta laterale, ha tre finestre in cui sono state inserite vetrate raffiguranti: Santa Maria Goretti, San Pio X e San Luigi Gonzaga.

Le volte, come tutto l`interno, già ridipinte nel 1830, furono rinnovate nel 1953 ad opera del pittore Francesco Mazzucchi di Torino. Recano dei riquadri con raffigurazioni di simboli riferiti a Cristo, alla Madonna e alla Chiesa. Nelle cinque lunette a sinistra della navata centrale, sono raffigurati episodi della vita di San Pietro e il frontone reca la scritta:


TU ES PETRUS ET SUPER HANC PETRAM AEDIFICABO ECCLE-
SIAM MEAM ET PORTAE INFERI NON PREVALEBUNT,

a destra, invece, tre lunette sono occupate da lucernari con vetrate che ricordano le Virtù Teologali e nelle altre due sono rappresentati episodi della vita di San Paolo, sotto la scritta:


TU ES VAS ELECTIONIS S. PAULE APOSTOLE PREDICATOR
VERITATIS IN UNIVERSO MUNDO ET DOCTOR GENTIUM

Sempre nella navata centrale, sopra le colonne,sono raffigurati in medaglioni vari santi.
L`8 aprile 1955 furono inaugurati i nuovi banchi in faggio, opera degli artigiani falegnami dell`Istituto Salesiano di Novara chiamati a sostituire quelli più antichi ormai deteriorati.
Un tempo c`erano i banchi con appoggio e genuflessorio concessi dalla Curia, in diversi tempi, alle famiglie dei maggiorenti.
Nel 1792, nella navata di mezzo, dalla parte del Vangelo [a sinistra di chi guarda l`altare], vicino al pulpito vi era quello degli eredi di Pietro Antonio De Gregori, e dietro, quello dei signori Peroli e Biaggini, quello del fu Attanasio Neri, un altro del fu D. Neri ed il banco degli eredi di Filippo Neri. Nella navata laterale, sempre dalla parte del Vangelo, c`erano i banchi del S.r Lorenzo Pozzi, dei fratelli Neri e degli eredi del fu Pietro Gianoli. Nella navata centrale, dalla parte dell`epistola, c`erano i banchi degli eredi del fu Valentino Rossi, dei S.ri fratelli Battaglia, degli eredi Ojetti, degli eredi del fu Gio. Batta Giulini, e del S.r Gio. Pietro Benedetti. Nella navata laterale c`erano i banchi degli eredi del fu Rocco Lazzarini e quello del Sig. Giulio Biaggini.
Davanti a questi banchi, avanti la colonna del pulpito, vi erano delle panche senza appoggio riservate agli uomini. Questi sedevano separati dalle donne che trovavano posto dietro i banchi di famiglia in fondo alla chiesa. Questa disposizione non era però scevra da inconvenienti: non pochi uomini mal intenzionati e massime giovani disubbidienti subito entrati la porta maggiore si fermano in quel sito che è destinato per le donne ove parlano scherzano ridono, e si frammischiano tal volta assieme d`esse, che molte volte si sono lamentate del poco rispetto dovuto al luogo santo, e del disturbo che arrecano alle persone pie e divote. Così scrisse nella relazione parrocchiale redatta in occasione della visita vescovile del 1792, il decano dei parroci di Pogno, colui che resse la parrocchia per ben 58 anni: l`arciprete Carlo Gaudenzio Bussi nato in Riviera nel luogo di Lortallo parrocchia d`Ameno. Egli giunse a Pogno appena trentenne nel 1750 e vi si spense quasi novantenne nel 1808. Si oppose invano, per quasi mezzo secolo, alla smembrazione della parrocchia per costituire la parrocchia di Prerro. Il Parroco chiedeva al Vescovo un ordine pressante e minaccioso... per estirpare questo pernicioso abuso.
In fondo alle navate, tre gradini di marmo rosso permettono di raggiungere il presbiterio, cinto da una balaustrata in marmo nero con intarsi e colonnette di marmo rosso. In questo luogo, originariamente destinato agli ecclesiastici, ci sono l`altare maggiore e gli altari laterali.
L`altare maggiore, in marmo nero intarsiato, gode del privilegio ad septennium concesso dal Sommo Pontefice Pio VI (1717-1799).
A destra, vi è l`altare del Sacro Cuore di Gesù realizzato nel 1937 nell`omonima Cappella. E` sormontato da una nicchia con la statua lignea del Sacro Cuore.
Originariamente questa cappella era dedicata San Materno, vescovo e confessore vissuto nel IV secolo.
Nel 1622, dopo la canonizzazione di San Carlo Borromeo avvenuta nel 1610, la cappella fu dedicata al nuovo Santo e, con il contributo dei Pognesi abitanti in Roma, vi fu collocato un quadro grande in olio rapresentante San Carlo Borromeo in atto di adorazione, con cornice dorata e ornata. La Cappella fu stuccata, inclavata et dipinta con episodi della vita di S.Carlo. Vi era eretta, dall` 11 giugno 1721, la Compagnia della Scuola della Dottrina Cristiana.
La Cappella fu restaurata ed abbellita nel 1759 e nel 1821.
Un inventario del 1940 ca, indica che nella Cappella erano presenti:
una pala di San Carlo Borromeo,
due quadri dipinti sopra tela di San Vincenzo Ferreri e di Santa Eurosia
una statua del Sacro Cuore di Gesù scolpita in legno, decorata a lusso, donata dai sigg. Battista e Rosa Salda nell`anno 1937.
Successivamente l`icona del santo fu trasferita nella Cappella a lato della navata sinistra. Attualmente il quadro, attribuito a Giovanni Baglione pittore romano vissuto dal 1573 al 1644, è affidato, da oltre un ventennio, alla Sovrintendenza alle Belle Arti che ne ha curato il restauro e quanto prima potrà tornare all`ammirazione dei Pognesi.
La Cappella della navata sinistra è, da prima del 1617, dedicata alla Beata Vergine del Rosario ed aveva all`intorno 15 quadretti rappresentanti i misteri del S.Rosario dipinti su tela con la sua cornice. La statua di terracotta fu sostituita dal 1677 da una di legno intagliato dipinta et indorata alta due brazza. Vi era eretta dal 25 novembre 1648 la Compagnia del S.Rosario, riservata alle donne.
Accanto, Pietro Paolo Neri aveva costruito nel 1673 una nuova Cappella, destinata a coro per i fratelli, dove vi è un grande ornato di legno, un tempo verniciato e dorato, con suo timpano in capo, ornato di putti, cariatidi ecc. che contiene il quadro di Maria Vergine in mezzo di S. Gioacchino e S.Anna... et sopra l`altare non si celebra.
Oggi l`ornato pare corrispondere invece a quello che un tempo incorniciava la pala d`altare dell`Oratorio di Santa Caterina così descritto nel 1617: ...ornamento di legno intagliato sottilmente, alto broccia 5 con due Angeli et un Dio Padre nella cimma.
Probabilmente lo scambio avvenne in seguito all`aggregazione della Compagnia di Santa Marta, originariamente eretta in Santa Caterina, nella Compagnia del SS. Sacramento.
Alle pareti vi erano dei seditori con spalliera. La finestra di fronte è chiusa da una vetrata policroma rappresentante San Giulio. Nella volta il pittore Mazzucchi ha rappresentato l`Assunzione in cielo di Maria. Nel 1993 si è rifatto il pavimento, sostituendo lo sconnesso battuto di cemento con piastrelle di serizzo.
Di fronte, nella navata di destra, si apre la Cappella già anticamente detta di San Giuseppe.
Fu ingrandita e dipinta nel 1818, quando fu realizzata la nuova sagrestia. Qui dal 1713 al 1761 fu conservata l`urna di San Prospero. Vi fu anche eretta la Compagnia del SS.mo Sacramento.
Sulla prima colonna destra è posto il pulpito di noce, bellissimo costruito tra il 1850 e 1860 in sostituzione del precedente che si trovava però dall`altro lato della chiesa.
Dietro l`altare maggiore c`è il coro. Alle pareti c`erano 6 quadri rappresentanti degli apostoli, alcuni sono stati rubati una ventina d`anni fa e due rappresentanti San Paolo e San Giacomo minore, restaurati nel 1993, sono esposti nella Cappella del SS.mo Sacramento.
Nel coro ci sono sette seditori grandi, belli e comodi, tutti uniti, di legno di noce con intarsiature, ornati e loro inginocchiatoi con panche unite per i chierici. Erano riservati ai sacerdoti. Non stupisca il loro numero, infatti potevano intervenire, in determinate occasioni, i Canonici di Cozzano o anche, più normalmente, i preti dimoranti a Pogno. Nel 1792, vi erano in parrocchia otto sacerdoti oltre al Parroco:


R.do Don Giulio Bussi confessore e maestro di scuola in Pogno, sacerdote patrimoniato che gode di una Cappellania mercenaria con obbligo di coadiuvare
R.do Don Michele Antonietti Cappellano in Berzonno maestro di scuola
R.do Don Francesco Peroli patrimoniato confessore
R.do Don Antonio Ferravelli prete in casa del conte Rossi
R.do Don Gianangelo Gregori patrimoniato
R.do Don Giuseppe Neri cappellano in Prerro
R.do Don Carlo Neri confessore patrimoniato
R.do Don Cristo/oro Giulini con beneficio dijus patronato di sua casa
Nella cupola sopra il coro è raffigurato Gesù alla destra del Padre, ai quattro lati gli evangelisti e nelle due finestre policrome a sinistra la B.Vergine di Lourdes e a destra la Madonna di Fatima.
Dal coro, per due scale di granito, si accede alla Cappella di San Prospero realizzata nel 1761.
San Prospero fu un legionario romano martirizzato probabilmente durante la grande persecuzione di Diocleziano negli anni 303 e 304, le cui spoglie furono esumate dalle Catacombe di San Callisto a Roma.
Il 25 febbraio 1711 il cardinale Gaspare Carpineo certificava l`autenticità delle reliquie e le affidava a Giacomo Ottini di Pogno dimorante in Roma per esperie alla venerazione dei fedeli.
Nella domenica 8 ottobre 1713 veniva solennemente traslato nella chiesa parrocchiale di Pogno. Dal 13 luglio 1737 fu proclamato dal Vescovo patrono men principale di Pogno.
Nella Cappella, sopra l`altare, riposa il corpo del Santo in una urna guernita ricamata d`argento chiusa in controcassa di noce pitturata vagamente coll`aspetto dello stesso Santo come sta nell`urna, e co` geroglifici del suo martirio. La cappella è illuminata lateralmente da due finestre.
Sovrasta tutto un quadro di San Pietro orante, probabilmente risalente al 1677, che reca lo stemma del committente.
Il pavimento della chiesa, originariamente in pietra, fu rifatto con piastrelle di cemento agli inizi del 1900 e restaurato nel 1995.
Dopo il 1964, in ossequio alle disposizioni del Concilio Vaticano II, fu adottato un nuovo altare per permettere al celebrante di porsi di fronte ai fedeli. Negli anni settanta, fu realizzata una predella per consentire le celebrazioni fuori dal presbiterio.


Il Campanile

Alto una trentina di metri, fu costruito tra il 1751 e il 1754, in sostituzione di uno più antico: fatto in pietre vive, honestamente alto, con guglia moderna.
È certamente una opera insigne, ben equilibrato e proporzionato nel disegno, ha una base quadrata a scarpata, rifinita con una fascia in granito. S`innalza maestoso, rotto da feritoie che danno luce alla scala interna di 120 gradini a sbalzo, fino alla cella campanaria. Questa, impreziosita da trifore con colonnine di granito e definite con voltini in marmo bianco, è sovrastata da una cornice a mensoloni con quattro gugliotti agli angoli. Al di sopra della quale si stacca la lanterna ottagonale, coperta da una cupoletta a piode, terminata da una sfera di granito, con croce e banderuola in ferro battuto.
Il concerto di campane, nel 1617 era composto da un campanone del peso di 130 rubbi e recante l`iscrizione:


CHRISTUS REGNAT - CHRISTUS VINCIT - CHRISTUS IMPERAT
CHRISTUS AB OMNI MALO NOS DEFENDAT - 1605

da una seconda campana del peso di 35 rubbi con la scritta:


JESUS - SANCTE PETRE - SANCTE PAULE
ORATE PRO NOBIS - 1605

e di una terza il cui peso non si sa con sopra le lettere:


SANCTA MARIA - ORA PRO NOBIS
ANNO 1591 DIE 12 7BRIS

Nel 1677 c`era anche un`altra campana che recava l`immagine del Crocifisso e la data 27 marzo 1648, di peso inferiore ai 35 rubbi e un poco rotta.
Nel 1725 si aggiunge una nuova campana, detta campana di Sant`Antonio benedetta all`isola di San Giulio dal Vescovo mons. Visconti, che serve mirabilmente contro li temporali.
Oggi il concerto campanario è composto da 5 campane. Tre rifuse nel 1955 dall`antica ditta Mazzola di Valduggia, riportano le scritte originarie e le date del 1709, il campanone quella del 1711. Le altre due risalgono una al 1626 e l`altra a data imprecisata. Le campane rinnovate furono benedette il 27 novembre del 1955 da Mons. Ugo Poletti Vicario Generale della Curia Vescovile di Novara, poi Cardinale e Vicario Pontifìcio, e furono inaugurate il successivo 8 dicembre. Il concerto campanario fu elettrificato nel 1959. La manutenzione delle corde e della torre era a carico della Comunità di Pogno e di Berzonno.
Una lapide in marmo nero:


TURRIS
FIDELIUM AERE
A.D. MCMLXVI
RESTAURATA

ricorda il restauro del 1966 effettuato grazie al generoso contributo dei fedeli. Negli ultimi anni ottanta si è provveduto al consolidamento delle solette che sorreggono la cella campanaria e la base dell`orologio a quattro quadranti, istallato nel 1955 e ora azionato elettricamente.

Tratto da:
Giovanni Fonio - Pogno
Storia - Cronaca e Religiosità Popolare
Parrocchia di San Pietro Apostolo
Pogno - 1998
 
 


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